lunedì 2 maggio 2011

L' OPINIONE GENERALE

Non c’è alcuna opinione, per quanto assurda, che gli uomini non abbiano esitato a far propria non appena si è arrivati a convincerli che tale opinione è universalmente accettata. L’esempio fa effetto sia sul loro pensiero, sia sul loro agire. Essi sono pecore che vanno dietro al montone ovunque le conduca: è per loro più facile morire che pensare. E’ assai curioso che l’universalità di un' opinione abbia per loro tanto peso, dal momento che essi possono pur vedere su di sé quanto si accettino opinioni senza giudizio e solo in forza dell’esempio. Ma in realtà non lo vedono, perché manca loro ogni conoscenza di sé. Solo i migliori dicono, con Platone, i molti hanno molte opinioni [Repubblica, IX, 576, c], cioè il vulgus ha molte frottole in testa e, se si volesse tenerne conto, si avrebbe un gran da fare. L’universalità di un’opinione, parlando seriamente, non costituisce né una prova né un motivo che la rende probabile...
Coloro che lo affermano devono ammettere: 1) che la distanza nel tempo priva quell' universalità della sua forza probante: altrimenti dovrebbero riportare in vigore tutti gli antichi errori che un tempo erano universalmente considerati verità: per esempio dovrebbero ripristinare il sistema tolemaico oppure nei paesi protestanti il cattolicesimo 2) che la distanza nello spazio produce lo stesso effetto: altrimenti l’universalità di opinione fra chi professa il buddhismo, il cristianesimo e l’ islamismo li metterà in imbarazzo. Ciò che così si chiama opinione generale è a ben guardare l’opinione di due o tre persone; e ce ne convinceremmo se potessimo osservare come si forma una tale opinione universalmente valida. Troveremmo allora che furono in un primo momento due o tre persone ad avere supposto o presentato e affermato [o imposto, ndr] tali opinioni, e che si fu così benevoli verso di loro da credere che le avessero davvero esaminate a fondo: il pregiudizio che costoro fossero sufficientemente capaci indusse dapprima alcuni ad accettare anch’essi l’opinione: a questi credettero a loro volta molti altri, ai quali la pigrizia suggerì di credere subito piuttosto che fare faticosi controlli. Così crebbe di giorno in giorno il novero di tali accoliti pigri e creduloni: infatti, una volta che l’opinione ebbe dalla sua un buon numero di voci, quelli che vennero dopo l’attribuirono al fatto che essa aveva potuto guadagnare a sé quelle voci solo per la fondatezza delle sue ragioni. I rimanenti, per non passare per teste irrequiete che si ribellano contro opinioni universalmente accettate e per saputelli che vogliono essere più intelligenti del mondo intero, furono costretti ad ammettere ciò che era già da tutti considerato giusto. A questo punto il consenso divenne un obbligo. D’ora in poi i pochi che sono capaci di giudizio sono costretti a tacere e a poter parlare è solo chi è del tutto incapace di avere opinioni e giudizi propri, ed è la semplice eco di opinioni altrui: tuttavia, proprio costoro sono difensori tanto più zelanti e intolleranti di quelle opinioni. Infatti, in colui che la pensa diversamente, essi odiano non tanto l’opinione diversa che egli professa, quanto l’audacia di voler giudicare da sè, cosa che essi stessi non provano mai a fare, e in cuor loro ne sono consapevoli. Insomma: a esser capaci di pensare sono pochissimi, ma opinioni vogliono averne tutti: che cos’altro rimane se non accoglierle belle e fatte da altri anziché formarsele per conto proprio? Poichè questo è ciò che accade, quanto può valere ancora la voce di cento milioni di persone? Tanto quanto un fatto storico che si trova in cento storiografi, ma poi si verifica che tutti si sono trascritti l’un l’altro, per cui alla fine, tutto si riconduce all’affermazione di uno solo… “io lo dico, tu lo dici, ma alla fine lo dice anche quello:/dopo che lo si è detto tante volte, altro non vedi se non ciò che è stato detto” (Goethe, dalla Farbenlehre)”. Arthur Schopenhauer********
Cos’altro vogliamo aggiungere se non che questo accadeva prima che si affermassero i grandi mezzi di comunicazione? All’epoca non c’erano Berlusconi e Murdoch eppure i meccanismi di formazione della pubblica opinione (o opinione generale come la chiama Schopenhauer) non erano così dissimili da quelli di oggi. Due o tre individui (appartenenti a drappelli di decisori o al circuito mediatico dominante) apparecchiano un’ ipotesi che diviene una convinzione, la impongono facendo leva sulla loro autorità ed ecco che il pubblico segue pedissequamente la corrente di questo pensiero, formandosi delle opinioni che ritiene partorite dal suo cervello. Ma sono cibi socialmente precotti che vengono riscaldati nel microonde della soggettività. Crediamo di star cucinando qualcosa mentre veniamo cotti a puntino. Cosa ne dicono gli urlatori di sinistra che attribuiscono a B. il disonore di aver ridotto gli italiani ad un popolo di ingrifati e lobotomizzati senza visioni personali? Ancora il semiologo Umberto Eco, qualche giorno fa, parlava di educare il nostro popolo per renderlo aderente a valori più democratici e progressisti. Cioè alle sue opinioni sul mondo che, a mio modo di vedere, sono altrettanto confuse, sbagliate e per di più fin troppo accordate a quelle dei poteri forti che infestano la nazione, dalle banche ai padroni delle ferriere. Detto questo, forse è il caso di farsi un’opinione diversa di tali imbonitori chiamati impropriamente professori.
Ps. Umberto Eco, anche facendo un gran balzo, non supererà mai l’unghia del piede di Althusser. Il filosofo piemontese si è fatto bello sostenendo in un' intervista a Il Manifesto  che quando lui parlò per la prima volta di strutturalismo fu aspramente attaccato da Althusser il quale in seguito, smentendosi puerilmente, avrebbe tentato un innesto dello stesso strutturalismo sul marxismo. Dubito che il pensatore di Birmandreis si sia mai occupato di Eco e, soprattutto, so che mai accettò in vita di essere incasellato in detta corrente. E’ vero che non è possibile giudicare un intellettuale dall’ idea che egli ha di sè stesso, ma non è nemmeno corretto attribuirgli l’appartenenza ad apparati concettuali che ha sempre respinto.


FONTE: www.freeyourmindfym.wordpress.com

FONTE PRIMARIA: www.conflittiestrategie.splinder.com

LINK: http://conflittiestrategie.splinder.com/post/24510674/lopinione-generale-di-gp

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