sabato 31 dicembre 2011

"IL SISTEMA E' DA BUTTARE" ! ... OPPURE NO?

A che gioco sta giocando l' Occidente ?

Abbiamo visto in questo post quanto sia difficile che un sistema "si rompa" per cause interne, e come invece il malfunzionamento sia spesso determinato dall' introduzione di un "virus esterno", che comincia ad agire alterandone i bilancieri che lo regolano.

Oggi vediamo chiaramente che l' Occidente si sta autodistruggendo a tutti i livelli: economico, sociale, politico, militare e strategico; chi segue questo Blog sa ormai perfettamente che ciò, ben lungi dall' essere dovuto a cause intrinseche, è scientemente ottenuto attraverso l' introduzione di "virus e balòte" atti i primi ad alterarne il "motore", la struttura funzionale, le seconde a nascondere ciò a livello di percezione di massa, facendo accettare il malfunzionamento quale pura dinamica interna, o deviando la percezione delle cause verso elementi assolutamente periferici di scarsa o nulla rilevanza.

E' quindi giunto il momento di chiederci: "Possibile che l' Occidente intero sia diventato più stupido di una capra, tanto da distruggersi da solo, senza nulla fare per cercare di invertire in qualche modo tale tendenza ? Possibile che si siano tutti bevuti il cervello ? Possibile che chi sa concepire tali sottili meccanismi li faccia volutamente funzionare al contrario ? O non c' è invece una precisa intenzionalità in tutto questo ? Se è così, CHI e PERCHE' lo sta facendo ? C'è un preciso disegno dietro tutto ciò ? Se sì, a chi giova ? E in questo caso, è un disegno a fin di male o a fin di bene ? Bisogna vedere in tutto ciò una qualche volontà di "nemesi storica", o solo uno scellerato nichilismo e perverso desiderio di auto-annientamento ? ...

venerdì 23 dicembre 2011

CAPIRE LA PROPAGANDA: BABBO NATALE E COCA COLA

"Il vero lavoro non è tanto nel costruire un oggetto o un pensiero, quanto nel costruire chi dovrà comperarli"

Dite la verità: anche a voi viene spontaneo mandare Marzullo a quel paese, quando esordisce chiedendo all' ospite di turno: "La vita è un sogno ?" ...

Eppure, vedendola nel contesto del discorso che stiamo facendo sull' Immaginario Collettivo, questa domanda non appare poi così strampalata ...  In effetti quella che chiamiamo "Realtà" altro non è che la traduzione in pratica dell' "Immaginario" di un popolo, ossia di tutto l' insieme di cultura, religione, credenze, miti, tradizioni, desideri e aspirazioni singole e collettive, che possiamo attribuire ad una determinata civiltà. Ancora, possiamo dire che l' Immaginario Collettivo è il punto d' incontro e di fusione dei vari immaginari di ogni singola persona di quella popolazione, immaginari che possono essere anche molto diversi tra loro, ma che si raccordano e si trovano su quello che "viene preso per buono da tutti", sul "Denominatore Comune" che, per forza di cose, tenderà automaticamente a spianare verso il basso la cosiddetta "Opinione Pubblica": così all' interno di un' opinione di massa ( e qui sta appunto il suo formidabile potere di "usabilità", nel bene e nel male ) il pensiero di un ciabattino sarà assolutamente uguale a quello di un astrofisico.

Immaginario che è fatto per la gran parte proprio di sogno, di aspirazioni, di idee immateriche non necessariamente ritenute "vere" nella realtà, eppure comunemente accettate e "realmente agenti": nessuno crede per esempio alla reale esistenza di Babbo Natale, eppure a tutti piace crederci, e per alcuni giorni dell' anno tale idea governa in buona parte il nostro comportamento, i nostri pensieri, le nostre idee, le nostre azioni...

sabato 17 dicembre 2011

E' AL CERVELLO CHE VA APPLICATO IL PRESERVATIVO...

… se volete evitare di dover applicare la vaselina al didietro: prevenire è meglio che curare, parbleu !

NOTA di SERVIZIO: colgo lo spunto da un mio stesso commento per ribadire ancora una volta in modo esplicito concetti e posizioni che, pur costituendo da sempre il principale oggetto di trattazione di questo blog, faticano enormemente ad entrare in zucca ai suoi stessi utenti, che andando ad abbeverarsi ad altre forse meno limpide fonti, rimangono poi stranamente basiti su concetti e aspetti comportamentali sistemici che si stanno oggi verificando, peraltro con modalità già ampiamente previste in questa sede fin dal suo primo post.
E, fuori da ogni retorica e predicozzo dal pulpito ( cilicio e senso di peccato non sono i benvenuti qui, non essendo altro che icone dei ben noti metodi di dominio psicologico che si intendono rivelare ), il consiglio disinteressato e alla fine il solo ad essere veramente importante è sempre quello: BUTTATE VIA TUTTO QUEL CHE VI DICONO E COMINCIATE A RAGIONARE SOLO CON LA VOSTRA TESTA.
Senza dimenticare di munire prima il vostro organo pensante di un robusto preservativo, perchè è proprio nel cervello che il sistema cerca di fottervi ancor prima che in altre più idonee cavità.
E cercare di fornire questo preservativo è stato, fin dall’ inizio, il principale scopo di ogni singola parola spesa in questo blog.

Inizio quindi col ribadire che la linea del blog rimane quella della curiosità di capire e di riuscire a vedere, appunto, un po’ oltre la “nebbia mediatica”, da qualunque parte provenga, ricordando che anche strumenti apparentemente “democratici ed alternativi” hanno quantomeno una duplice funzione: cosa del resto facilmente intuibile se si pensa che Internet, per citare solo il più prossimo a noi, non è certo stato introdotto da mia nonna buonanima nel tessuto sociale...

sabato 10 dicembre 2011

SONO UN COMPLOTTISTA

10 dicembre 2011
di Giampaolo Rossi

Sono complottista. O almeno così dicono. Lo sono perché secondo alcuni ho un modo semplicistico di vedere la complessità delle cose che, ovviamente, devono rimanere complesse apposta perché nessuno le veda. Se fosse per me direi che sono complottista non per convinzione ma per convenzione; come quel professore di liceo degli anni ’70 a cui davano del fascista solo perché bocciava gli asini. Però i medici che mi hanno in cura sono certi: sarei complottista perché non riesco a mandar giù questa storia del governo Monti. Potrebbero avere ragione perché io, più guardo Monti, più sento rumori sinistri, vedo ombre aggirarsi, acciglio lo sguardo verso la nebbia e tendo i sensi. Insomma, secondo loro avrei l’ atteggiamento tipico del complottista patologico. I sintomi sono comparsi da poco; da quel 10 novembre scorso, quando il presidente di Banca Intesa, il silente Giovanni Bazoli, ha sentito il bisogno di dichiarare che Giorgio Napolitano era una “figura eccezionale che la storia ci ha dato in un momento difficile”, sette giorni prima che l’ amministratore delegato della sua banca divenisse il nuovo Ministro dello Sviluppo del governo voluto proprio da Napolitano. Poi i sintomi mi si sono acuiti quando Barack Obama ha telefonato al Presidente della Repubblica per congratularsi dell’ incarico a Monti prima ancora che Berlusconi si dimettesse, e io ho pensato che la nostra sovranità nazionale era diventata, per dirla con Céline, “una demagogica fottitura”...

venerdì 9 dicembre 2011

GLI SFASCIACARROZZE DI PROFESSIONE LAUREATI IN DEMOLIZIONE

7 dicembre 2011
di Gianni Petrosillo


Il tartassamento del governo tecnico sull’ Italia intera (ci esimeremo, per rispetto alla nostra e vostra intelligenza, dal chiamare manovra economica un’ operazione che aumenta gabelle e balzelli senza disporre né risparmi della spesa né strumenti per la crescita) non migliorerà la situazione e produrrà effetti ancor più nefasti sul nostro benessere, già in forte contrazione ed inarrestabile discesa. Solo i tonti non hanno capito che siamo al principio della resa dei conti più che all’ imbocco del pareggio dei conti. Perciò volano dappertutto balle e ballons d’ essais. Le prime servono a parare l’ onore  dei politicastri dopo l’ esproprio politico al quale sono stati sottoposti, i secondi vengono invece lanciati per sondare i venti di malcontento ed eventualmente decidere in seguito come uscire dal cul de sac. Difatti, se l’ incazzatura collettiva resterà contenuta il Professore sarà sostenuto nell’ azione chirurgica sino alla morte del paziente, ma se il medesimo paziente dovesse ribellarsi alla tortura i fantomatici “responsabili” saranno i primi a scaricarlo invocando nuove elezioni. Nel frattempo lo lasciano fare, sia perché l’ Europa ha sequestrato la loro autonomia, sia perché non hanno la minima idea su come sbrogliarsela da soli in Parlamento. Tuttavia, assicuro ai nostri rappresentanti che nonostante il can can mediatico e i discorsi ditirambici “del loden”, il bocconiano a bocconi verso le burocrazie Ue non gode affatto del gradimento popolare come vorrebbero darci a bere sondaggisti e stampa...

martedì 6 dicembre 2011

INTERNET E I SUOI MITI

Un coltello può servire per tagliare il cibo…o per pugnalare qualcuno. Allo stesso modo, l’ energia nucleare può servire per illuminare tutta una città o per farla saltare in aria. Conclusione: la tecnologia in se stessa, permettete che mi appelli a questo manicheismo un po’ riduzionista, non è ne “buona” ne “cattiva". Lo sfruttamento delle scoperte tecniche sono in funzione del progetto umano nel quale si dispiegano.
Gli strumenti che l’ essere umano crea, dalla prima pietra affilata dell’ Homo Habilis fino alla più sofisticata stazione spaziale attuale, sono strumenti che aiutano la vita. Gli strumenti non hanno un valore in se stessi: sono le prospettive etiche, il modello di essere umano e di società alla quale servono che gli conferiscono valore.
E’ importante  dire questo per chiarire un mito che si è creato nel nuovo mondo moderno, che il mondo dell’ industria appoggiato da sempre nella crescente rivoluzione scientifico- tecnica ha creato: il mito della tecnologia e del progresso senza uguali.
Gli strumenti, gli utensili che ci aiutano e rendono più comoda la nostra vita quotidiana- la forchetta, la presa della corrente, o il microscopio elettronico- sono condizioni che ci distanziano sempre di più dalla nostra radice animale. Ma con l’ accelerazione straordinaria di questi ultimi due secoli nell' industria sorta in Europa e oggi globalizzata ampiamente, il potere tecnico sembrerebbe essere indipendente ottenendo un valore intrinseco: la tecnologia diventa un nuovo dio di fronte al quale ci inginocchiamo. In molte occasioni finiamo per adorare lo strumento in se stesso, indipendentemente della sua reale utilità o delle conseguenze nocive che possa comportare...